7 febbraio 2016

La festa di primavera (chūnjié春节) nella tradizione Cinese corrisponde al capodanno del calendario lunare. 

Secondo una leggenda antica, durante il periodo del capodanno lunare una bestia selvaggia di nome “nián” (年) o “xī” (夕) si aggirava nei campi e andava di porta in porta alla ricerca di persone da mangiare allo scocco della mezzanotte. Dopo numerosi lotte con la bestia, un giorno i cinesi scoprirono che la brutale “Nian” aveva paura del colore rosso, del fuoco e dei rumori. Di conseguenza, per resistere alla bestia feroce con l’arrivo del capodanno tutti cominciarono a riunirsi in famiglia e ad attaccare alle porte domestiche i distici rossi. La sera del capodanno, che quest’anno cade domenica 7 febbraio, viene quindi non solo chiamata “guònián” (过年, letteralmente “passare l’anno”) ma anche “chúxì” (除夕) (letteralmente “sconfiggere la bestia”).

Oltre all’abitudine di attaccare distici della felicità, tra i costumi tradizionali durante la festa di primavera troviamo anche quello di pulire e riordinare la casa per lascia più spazio alla fortuna e alla felicità. La notte prima del capodanno tutti i membri della famiglia si riuniscono per mangiare insieme.

Tra i piatti tipici del Capodanno troviamo del Nord della Cina i “jiaozi” (饺子), ravioli al vapore ripieni la cui forma ricorda i lingotti d’oro utilizzati come moneta nella Cina imperiale (yuánbǎo, 元宝) e che quindi sono di buon auspicio per l’anno a venire. Nel Sud invece è consuetudine mangiare piatti a base di riso come i “tāngyuán” (汤圆, palline di riso glutinoso) e la “niángāo” (年糕, torta dell’anno), che simboleggiano sia l’unione familiare che l’auspicio di un anno migliore.

    Il primo giorno dell’anno nuovo, ai giovani gli anziani della famiglia consegnano le buste rosse nelle quali si regalano soldi detti Yāsuìqián压岁钱, letteralmente “soldi che rallentano l’avanzare dell’età”.

   

Il periodo di Capodanno cinese dura quindici girono e si conclude con la festa delle lanterne o Yuánxiāo jié (元宵节), che quest'anno cade il 22 febbraio.